Martire mercedario.

          Una vita bellissima, e potrebbe essere un bellissimo film. Era di nobile famiglia d’un paesello vicino a Montblanc in Catalogna.

Scavezzacollo e prepotente, dopo aver ammazzato un uomo, si diede alla macchia, alla testa di una banda di fuori legge, che ne fece d’ogni sorta.

Un giorno si trovò dinanzi il padre, cittadino autorevole, che re Giacomo I aveva incaricato di reprimere la delinquenza.

Sia stato questo incontro drammatico, o la grazia che lo toccò, Pedro Armengol visse la notte dell’innominato; decise di cambiare vita. Si confessò da un padre mercedario, che convinto della sua sincerità, lo ammise nel noviziato dell’Ordine della Mercede, dedito al riscatto dei cristiani prigionieri o schiavi dei mussulmani.

Anelando alla penitenza, Pedro si imbarcò per Algeri, riuscendo in due mesi a far rimpatriare 346 schiavi; e poiché qualche tempo dopo, per far liberare 18 giovanissimi prigionieri occorreva una somma che tardava ad arrivare dalla Spagna, si propose come ostaggio al loro posto e divenne prigioniero mentre gli altri partivano.

I mussulmani non avevano previsto che egli nella cattività avrebbe convertito i carcerieri; perciò, violando i patti, si affrettarono ad impiccarlo.

Sei giorni dopo arrivò il Padre Guglielmo Fiorentino col denaro; pianse, volle andare sul luogo dell’esecuzione e, con immensa sorpresa, trovò Armengol ancora vivo, sollevato – narrò – dalle mani della Madonna.

Dopo una vita tanto mirabile morì nella sua Catalogna natia, il 27 Aprile 1304, pronunziando le parole: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore, nella terra dei viventi (Salmo 26).

Dopo la sua morte cominciò ad affluire presso la sua tomba, gente da tutte le parti, mentre il Signore confermava con numerosi prodigi la santità del suo servo.

Il Papa Innocenzo XI il 18 Aprile 1687 confermò il culto immemorabile tributato al Santo, col decreto “Nuper ad supplicationem”. La sua festa fu fissata al 27 Aprile.

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