Terziaria mercedaria
( 1565 – 1624 )
Nacque in Madrid il 17 gennaio 1565. Ricevette il battesimo il 21 nella parrocchia di San Giacomo. Le fu imposto il nome di Marianna.
Cominciò a crescere molto bene, sotto gli occhi amorevoli dei suoi genitori.
L’ambiente sereno e l’atmosfera di pietà che regnava nella famiglia, influì moltissimo sulla sua crescita spirituale e religiosa.
Di carattere allegro e vivace, era attento a quanto succedeva attorno a lei. In chiesa assumeva un atteggiamento di devota compostezza , che destava l’ammirazione di tutti.
Sin da piccola cominciò a coltivare una tenerissima devozione alla Vergine.
All’età di 8 anni, cosa insolita per quei tempi, venne ammessa al primo incontro con Gesù Eucaristico. Fu un evento che segnò tutta la sua vita.
Ai piedi del Tabernacolo consolidò la sua fede, rafforzò la sua carità, maturò il proposito della consacrazione a Dio nella vita religiosa.
Si privava di tutto per aiutare i più bisognosi. Vestiva nella maniera più semplice, rinunziava a tante cose e amava trascorrere il suo tempo in compagnia di poveri o ammalati.
All’età di poco più di 8 anni, rimase orfana di madre. Fu una grave sciagura. Suo padre, pensando di dare una guida ai figli, credette opportuno contrarre nuove nozze. Sposò una certa Maria Ieronima de Pineda e fu una scelta veramente infelice.
Quando aveva circa 14 anni suo padre pensò di darla in sposa a qualcuno dei pretendenti, ma lei oppose un rifiuto, manifestando il suo proposito di consacrarsi a Dio, cosa che fece quasi subito, sia pure privatamente, dopo essersi consultata col parroco.
Tutto questo mandò in furia il padre, che vedeva svanire i suoi progetti.
Fu sottoposta ad ogni genere di umiliazioni da parte del padre che, in seguito alla scelta da lei operata, divenne il suo più feroce persecutore, aiutato molto da colei che fu definita la sua “perfida matrigna”.
Molti anni durò questa persecuzione che ottenne l’unico effetto di rafforzare la vocazione di Marianna , di renderla forte nella fede, anche se il suo corpo cominciò ad essere afflitto da tanti malanni che la facevano soffrire molto.
Subì la reclusione in una oscura soffitta, fredda, umida e a pane ed acqua, con l’aggiunta di una buona dose di insulti, villanie e maltrattamenti di ogni genere.
Nulla la distolse dal suo proposito. Dopo 11 lunghi anni, il padre capitolò. Superati gli ostacoli di casa, altri ne sorsero; finalmente, dopo vari tentativi, poté vestire l’abito di terziaria della Mercede.
Guida spirituale, nelle sue scelte e nel suo cammino verso la santità, fu il mercedario P.Giovanni Battista Gonzalez .
L’abito della Mercede le fu imposto dal Padre Generale Filippo Guimeran il quale, l’anno dopo, il 20 maggio 1614, la ammise alla professione.
Visse nella sua piccola casa assieme ad una certa Caterina di Gesù, buona donna che, però, col suo carattere scontroso, mise a dura prova la sua pazienza. Avrebbe potuto mandarla via; la tenne invece con sé e ciò, contribuì a renderla più accetta a Dio.
La fama della sua santità si diffuse rapidamente.
Da ogni parte accorrevano a lei per consigli, preghiere, aiuti di qualsiasi genere. Fu molto zelante per la diffusione del suo Ordine, cui attirò moltissime fanciulle di Madrid e di altre località.
“ Molto tenera fu la sua devozione alla Santissima Vergine e al Santissimo Sacramento da cui non poteva separarsi né giorno né notte”.
Morì il 17 aprile 1624, nella casetta ove si era trasferita, a fianco alla Chiesa della Mercede.
Dopo un regolare processo, Pio VI, il 18 gennaio 1783, la dichiarò Beata.
La sua memoria viene celebrata il giorno della sua morte, il 17 aprile